L’OPERA
Piranesiana, o della fuga nell’immagine.
L’opera non è più definita dalla sua centralità.
Esprime viceversa l’idea di una centralità diffusa, in uno spazio composto da più luoghi.
Una sorta di Mandala, un tentativo di rappresentare nello spazio-tempo dell’immaginario eidetico le strutture di un fantasma collettivo legato alla nozione di rovina, un residuo, storicamente determinato, di gloriose epoche passate.
Piranesiana, appunto.
L’entropia come pratica di conoscenza fonda sull’immaginazione attiva, sull’invenzione, il processo di sintesi che coinvolge la Storia, un attore non più riconosciuto sulla scena dell’Arte.
Invenzione del nuovo, attesa del non-conosciuto, o, viceversa, fondamento attraverso il passato, ribadendo il già noto?