L’OPERA
La Casa del Silenzio Imperfetto diventa La Città del Silenzio Imperfetto, un luogo in cui l’accumulo di memorie, segni e frammenti crea un equilibrio instabile tra passato e presente, ordine e caos, autenticità e spettacolo.
La città raccoglie e accumula esperienze attraverso il turismo: ogni visitatore porta con sé uno sguardo, un’interpretazione, un frammento di vissuto che si aggiunge al suo tessuto narrativo.
L’accumulo turistico, spesso percepito come una distorsione, potrebbe invece essere raccontato come parte integrante di questo desiderio di infinito che caratterizza il collezionismo.
Così come il collezionista non smette mai di aggiungere pezzi alla sua collezione, la città non smette mai di trasformarsi.
La città, come un luogo in cui la memoria personale e collettiva si sovrappone, un archivio urbano imperfetto, fatto di segni lasciati da chiunque la viva, anche solo per un giorno.
La città che è un museo a cielo aperto, dove ogni frammento racconta una storia, e dove il passato non è mai del tutto chiuso, ma stratificato nel presente.
Il blocco di marmo fresato rappresenta il sovrapporsi di epoche: la natura della città, che è un palinsesto in continuo aggiornamento, e l’incompiutezza, come imperfezione, della città-collezione.
Una parte del blocco potrebbe essere lasciata incompleta o grezza, per suggerire che la collezione non si ferma mai: ogni giorno nuovi frammenti vengono aggiunti, cancellati o dimenticati. Questa imperfezione evoca la tensione continua della città tra conservazione e trasformazione, tra la sua essenza e la sua proiezione verso il futuro.